Dopo Eboli

Carissime amiche e carissimi amici di “Diversi e divisi”, grazie per le centinaia di mail, messaggi, telefonate e lettere che ci avete inviato per manifestare la vostra vicinanza e solidarietà per le ultime vicende “tristi” di Eboli. Come avete avuto modo di scrivere e leggere, questa è stata una delle pagine più brutte del lungo cammino di divulgazione di “Diversi e divisi”. Un episodio che si commenta da solo e che spero da parte di Officina Koinè, che ha organizzato l’evento a Eboli l’8 aprile scorso, voglia essere definitivamente archiviato. Abbiamo proposto attraverso le pagine di diversi quotidiani a Officina Koinè l’organizzazione di un dibattito sull’Islam. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Riportiamo di seguito la lettera aperta di Nello Rega pubblicata sul quotidiano “Cronache del Mezzogiorno” di Salerno il 22 aprile nella quale si fa luce definitivamente sull’accaduto. La verità, e questo è un esempio, paga sempre. E “Diversi e divisi” ha fatto della verità, del coraggio di dire esattamente come stanno le cose, la sua ragione di vita.Questo è quello che è successo a Eboli, il resto sono chiacchiere senza fondamento e senza legami con la realtà.

Intanto, nonostante questi incidenti di percorso e le continue minacce di morte da parte di integralisti islamici a Nello Rega, il progetto “Diversi e divisi” va avanti. Nelle prossime settimane il libro di Nello Rega sarà insignito di prestigiosi premi, dopo quello di Salò. Nello Rega riceverà ad Aliano la cittadinanza onoraria e decine di presentazioni si svolgeranno nei prossimi mesi. Tutte con lo scopo di sostenere il progetto LibanItaly e aiutare l’Oratorio dei Salesiani a Nord di Beirut. Insieme, uniti. Grazie di cuore! 

                                                                                               Lo staff di “Diversi e divisi”

 

 

Riportiamo la lettera al Direttore di “Cronache del Mezzogiorno” di Nello Rega pubblicata il 22 aprile 2010

Gentile Direttore,

ho letto sul tuo quotidiano la nota dell’Officina Koinè a proposito dello spiacevole episodio accadutomi lo scorso 8 aprile presso l’Associazione C20 di Eboli.

Ho apprezzato la tua etica nel pubblicare la nota della predetta Officina Koinè che anche ad altri giornalisti, oltre che a me, non risparmia accuse infondate. Così come non rispondenti al vero sono i fatti ricostruiti da Officina Koinè.

 

Il giorno 18 marzo ho ricevuto la telefonata dell’architetto Daniela Miglionico la quale mi informava che a causa del maltempo della notte precedente i locali di Officina Koinè erano allagati e non potevano ospitare la presentazione. Insieme abbiamo concordato la nuova data dell’8 aprile. Data approvata da Officina Koinè, così come riporta il sito ufficiale. La presentazione del libro è cominciata con quasi un’ora di ritardo sull’orario stabilito. Io sono arrivato a Eboli alle 16.30 in punto. Non ho richiesto l’intervento dei Carabinieri, come sostiene subdolamente Officina Koinè perché i Carabinieri sono allertati direttamente dai Comitati Ordine Pubblico e Sicurezza che hanno decretato nei miei confronti misure di sicurezza. E questo, Caro Direttore, l’architetto Daniela Miglionico lo sa perfettamente avendomelo chiesto più volte e manifestandomi la sua totale solidarietà alle minacce di morte. Leggo, poi con grande dispiacere, la polemica che Officina Koinè fa sulle minacce di morte a firma del terrorismo che “scrive Officina Koinè – secondo me sarebbero arrivate alla mia persona”. Faccio notare, Gentile Direttore, che le minacce sono vere, su queste come su altre indagano i Carabinieri e il Comitato Ordine Pubblico e Sicurezza di Potenza ha decretato misure di sicurezza. Si aggiunga anche che la stampa ha dato grande eco alla notizia e che lo stesso architetto Daniela Miglionico il giorno delle minacce mi ha chiamato ben 3 volte per esprimermi la sua solidarietà e mi ha inviato una mail. Allora delle due, una cosa è falsa, o qualcuno non dice tutta le verità. Non si scherza, e questo non è permesso ad alcuno, sulle minacce di morte. In quanto all’educazione della signora marocchina faccio notare che alla presenza di testimoni prima dell’inizio della presentazione, mostrandomi le sue unghia mi ha detto: “Li vede questi artigli? Sono pronti per lo scontro!”. Io ho risposto che “ho le unghia corte e che sono per il dialogo, SEMPRE”. Non ho parlato per 40 minuti ma neanche per 20. Ho cominciato il mio intervento e subito sono cominciate le pretestuose interruzioni da parte della mediatrice culturale. Non ho usato termini scorretti nei riguardi della mediatrice culturale né tanto meno citazioni sbagliate. Lo dimostra il fatto che il libro non ha mai ricevuto querele per inesattezze e diffamazioni contenute al suo interno. Non ho mai ordinato a un mio collaboratore di portare via tutto dalla sala anche perché questo non rientra nel mio stile né nel concetto che ho di lavoro di squadra. Forse appartiene ad altre organizzazioni. Così come è falso che io abbia premeditatamente voluto andarmene per chissà quali motivazioni. Non lo avrei mai fatto, per i rapporti personali con Daniela Miglionico, né lo farei mai. Ricordo che il libro fino ad oggi è stato presentato in quasi 80 città e mai ho ricevuto un trattamento simile a quello riservatomi da Officina Koinè ad Eboli.  Officina Koinè, nella nota pubblicata dal Tuo giornale, scrive che la sera della presentazione io ho chiamato un socio dell’associazione, aggiungendo che “i contenuti della telefonata saranno se necessario diffusi nelle sedi competenti”. Questo in parte è vero. Ho chiamato intorno alle 22 l’architetto Daniela Miglionico e ho parlato con lei fino alle 5 della mattina. Era una cosa normale, che faceva piacere a entrambi, facendolo da tempo e condividendo con lei momenti personali.  Ho parlato con lei così come ho fatto fino a quel giorno per diversi mesi. Dirò di più: l’architetto Daniela Miglionico conosce perfettamente me, la mia casa di Roma, io conosco la sua di Eboli,  così come amici incontrati in una vacanza insieme a Catania qualche giorno prima dell’8 aprile. E che dire della cena a lume di candela a Maiori il 21 marzo quando decidemmo insieme la nuova data della presentazione del libro, saltata a dire di Miglionico, per un temporale? Forse, questi elementi l’architetto Miglionico non li ha mai raccontati. Ma io, che seguo e seguirò sempre la verità, non ho problemi a parlarne. Perché non me ne vergogno, anzi. Sono stati, per quanto mi riguarda, fatti sempre e solo in buona fede. Chissà se “qualcuno” potrà smentire queste cose. Cose che, ovviamente, fanno parte della sfera privata e niente hanno in comune con quanto accaduto a Eboli l’8 aprile scorso. Non ne avrei mai voluto parlare, ma per spiegare i fatti bisogna sempre dire tutta la verità.  

In tema di verità, sperando di non dover nuovamente intervenire su questo argomento, invito Officina Koinè, che si dichiara aperta al dialogo e al confronto, a organizzare un dibattito sull’Islam al quale parteciperò. Con moderatori scelti da entrambi e in una data da stabilire. Questo significa Dialogo e questo significa dire la Verità.