Sempre più giornalisti nel mirino

Come il caso di Nello Rega

“Negli ultimi cinque anni, l‟attività intimidatoria nei confronti dei giornalisti italiani è stata molto più estesa, come ha documentato l‟osservatorio Ossigeno per l‟Informazione. Le intimidazioni hanno colpito ogni anno centinaia di giornalisti: quella di Giovanni Tizian è la quinta registrata dall‟Osservatorio nei primi dieci giorni del 2012. (…)
Nel 2011 le intimidazioni avevano coinvolto 324 giornalisti. Sono state commesse tutte allo scopo di impedire la pubblicazione di notizie scomode: alcune sgradite alla criminalità organizzata, altri sgradite a personaggi potenti della zona grigia (pubblici amministratori, professionisti, esponenti politici). Queste intimidazioni si manifestano con varie forme di violenza (lettere minatorie, aggressioni, danneggiamenti, violenza privata) o con querele pretestuose e citazioni per danni strumentali e infondate, con gravi abusi del diritto consentiti da una legislazione italiana che non protegge pienamente ed attivamente il diritto di cronaca come avviene in altre società democratiche. In Italia le intimidazioni diffuse nei confronti dei giornalisti sono ormai un problema della democrazia, perché oscurano notizie di assoluto interesse per i cittadini e così compromettono il loro diritto di essere informati e di fare scelte consapevoli. E‟ un problema italiano perché non avviene niente di simile in altri paesi europei.
Corruzione. Riciclaggio. Estorsioni. Pressioni illecite. Infiltrazioni mafiose. Racket. Accadono queste e altre brutte cose in Italia. Molte volte accadono sotto gli occhi di tutti, ma è rischioso parlarne, quando non si riesce a parlarne le infiltrazioni trovano terreno facile. Bisogna proprio parlarne per fermare l‟avanzata dell‟illegalità. Devono parlarne soprattutto i giornali. Ma non sempre ci riescono, perché è diventato molto rischioso trattare certe notizie. Chi racconta certe cose può finire sotto scorta, come conferma la storia di Giovanni Tizian, o può essere costretto a pagare prezzi ancora più alti.
Di fonte a tutto ciò bisogna fare qualcosa di più. Anche la politica e le istituzioni devono fare loro parte. Oltre ad assicurare la più alta protezione a Giovanni Tizian, a David Oddone e a tutti i giornalisti che rischiano per fare con onestà e coraggio le sentinelle della democrazia, gli informatori dell‟opinione pubblica, bisogna disinnescare l‟ingranaggio delle intimidazioni. Proteggerli fisicamente i minacciati tocca alle forze dell‟ordine. Non lasciarli soli spetta a tutti noi, ad ogni cittadino. Non basta dire a Giovanni (e anche a David) “non sentirti solo”. Bisogna mostrare che non sono soli. Perciò oltre a manifestare solidarietà con calorose dichiarazioni, bisogna impegnarsi a vanificare lo scopo criminale di queste violenze. I giornalisti possono farlo. Possono farlo rilanciando le inchieste di Giovanni e di David, impedendo che le minacce oscurino quelle notizie. I media hanno un grande potere e una funzione sociale. Devono usare la loro forza
per dare la massima diffusione alle notizie che i violenti vorrebbero oscurare; devono far conoscere il più ampiamente possibile il contenuto degli articoli scomodi pubblicati dai giornalisti minacciati. Ossigeno per l‟informazione farà la sua parte”.

Alberto Spampinato –  www.ossigenoinformazione.it
* direttore di Ossigeno per l‟Informazione, consigliere della FNSI

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