La battaglia per i diritti delle donne nel mondo arabo passa anche attraverso il paradosso. In Arabia Saudita la giornalista e scrittrice Nadin al Badir, qualche settimana fa ha scritto un articolo nel quale proponeva la poligamia anche per le donne. Citata in giudizio dai conservatori, Nadin si chiede “perché nel mondo musulmano le donne non possono avere più di un compagno per la vita?”. Il suo intervento, apparso sul giornale egiziano al-Masri al-Youm, ipotizza un nucleo familiare con la donna come figura centrale, e quattro mariti di contorno. Abdallah Bin Sulaiman al-Muni, membro della commissione dei Grandi Ulema, ha definito la giornalista “deviata e sobillatrice”, paragonandola ad una figura negativa nell’islam, lo zio del profeta Maometto Abu Lahab. Dall’Università al Azhar, si è levato il grido del docente di giurisprudenza religiosa comparata Abdul Fattah Idris, secondo il quale la poligamia maschile è anche una soluzione di utilità, poiché il matrimonio plurimo dell’uomo offre maggiori possibilità alle zitelle e alle divorziate. Quindi, è una misura a favore delle donne, si potrebbe concludere. Peccato che anche in questo caso, come per tutti gli altri, le uniche a non essere state interpellate su tale opportunità siano proprio le donne. La tv egiziana, intanto, prepara un serial, già pluridenunciato, su una donna con quattro mariti, in cerca del quinto. Che qualcosa si stia muovendo nell’opinione pubblica araba, con l’arma dell’ironia e della provocazione?