“È vero che non sei responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai di ciò che sei.”
Jean Paul Sartre
Diversi e divisi. Divisi perché diversi.
Tutto questo è il racconto di un’esperienza ravvicinata con la religione islamica. Un’esperienza fatta di viaggi, persone, tentativi, amore, ricerca di autenticità. Un cammino che inizia nel Libano alla fine dell’occupazione siriana ed arriva fino alla Roma cattolica, alle sue donne senza velo, all’integrazione possibile. Un cammino che a tentoni procede tra le mine vaganti del non-pensiero, delle regole da seguire necessariamente, e tra di esse cerca di districarsi. Per capire a che punto si può essere fedeli fino all’obbedienza, quale sottile confine può separare la libertà dalla scelta nel credo delle religioni. Giorno dopo giorno, nelle abitudini che più ci toccano nel quotidiano, quanto ampio è il margine concesso all’individuo? Quanto può incidere nelle scelte personali il senso di appartenenza, specie se non sottoposto al libero arbitrio? Un uomo e una donna sono prima di tutto individui o soprattutto i rappresentanti di un gruppo di provenienza (religioso, politico, o sociale che sia)? La risposta è arrivata col tempo.
Diversi e divisi. Diversi, perciò divisi.
Non un auspicio, ma un punto di partenza. Per il dialogo, la comprensione; un’ammissione di umiltà e dedizione alla causa. Un esercizio della ragione contrapposto alla paura cieca,
all’ignoranza, agli imperativi categorici. Capire cosa siamo e perché. Un viaggio che inizia a Naqoura, nel cuore del Medio oriente, e attraversa l’universo dell’altro, dell’altra metà del Mediterraneo. Un viaggio che va avanti nonostante tutto, attraverso il progetto LibanItaly di sostegno alle comunità libanesi, per favorire la ricostruzione materiale e spirituale dopo gli anni di occupazione straniera e di guerra civile. Non è necessario essere eguali per essere solidali.
“Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, l’imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un’insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno”
Mahatma Gandhi