Tempi duri per le pari opportunità.
Uno spunto interessante per la giornata di oggi è il documentario di Lorella Zanardo “Il corpo delle donne” di qualche mese fa, facilmente reperibile su You Tube. Esso illustra come sia facile subire e condividere, più o meno consapevolmente, ideologie tribali, vicine al più becero machismo, che con abilità dissimula la differenza di genere in placida sottomissione biologica e culturale. Virginia Woolf è decisamente passata di moda, o almeno nessuno oggi ne proporrebbe la candidature alle elezioni.
L´8 marzo è il giorno della donna, e preferiamo parlare, oggi, di speranza più che di resa. Di femminilità vera, rinnovamento e sorgente di vita. Una lezione di coraggio e dignità che viene da lontano.
In Senegal la primo ministro Madior Boye ha chiesto al parlamento di modificare il codice di famiglia del 1973. Oltre che donna ed esperta di diritto, Madior Boye è musulmana e governa un paese a maggioranza islamica. Dove il diritto di famiglia vigente è influenzato dalle leggi coraniche.
La primo ministro propone di riformare la figura femminile nel quadro legislativo del Senegal, riconsiderando la poligamia e l’autorità esclusiva dell’uomo su moglie e figli. Ciò accade in un paese dove una donna non può viaggiare senza autorizzazione del coniuge.
Diversi leader musulmani si oppongono all´iniziativa del governo. Bamba Sall, presidente dell´associazione per l’insegnamento del Corano, liquida il provvedimento come anti-islamico. Sulla stessa linea, lo studioso Moustapha Gueye giudica il nuovo codice contrario ai principi del Corano.
Vi sono, però, leader musulmani più aperti al cambiamento. Sidy Lamine Niasse, studioso di diritto islamico, ritiene che anche le donne siano in grado di guidare la famiglia e dunque la legge deve tenere conto di questa realtà.
La corrente innovatrice fa leva sulle modifiche introdotte nella costituzione del Senegal all’inizio del 2001, ma se il nuovo diritto di famiglia andasse in porto, il Senegal farebbe un passo avanti nel distinguere tra religione e politica. Una vittoria per le donne e per la laicità dello Stato come valore. Con l’augurio e la speranza che le donne possano essere, ovunque, portavoce, testimonianza e militanza di libertà.