Da Sassuolo la campagna per una legge “anti burqa” in Italia

riconoscimento

“Un riconoscimento che mi emoziona e al tempo stesso inorgoglisce. Ringrazio di cuore l’amministrazione di Sassuolo per le “Chiavi della città”, che premiano quanti in questi mesi, e mi riferisco alla società civile, all’Ordine dei giornalisti, all’Osservatorio “Ossigeno per la libertà di stampa” hanno chiesto la mia sicurezza, perché da mesi minacciato dagli integralisti islamici di Hezbollah”.
Così Nello Rega, giornalista di Televideo Rai (scampato il 7 gennaio scorso ad un attentato a colpi di pistola rivendicato dal gruppo sciita libanese Hezbollah), ha commentato il riconoscimento che il Comune di Sassuolo ha voluto tributargli. Rega, impegnato da mesi nella diffusione del libro, scritto con Raffaele Gerardi, “Diversi e divisi – Diario di una convivenza con l’Islam”, (il cui ricavato sostiene l’Oratorio dei Salesiani a Beirut), ha lanciato con il sindaco di Sassuolo, Luca Caselli, e l’Assessore alla Pari Opportunità, Claudia Severi, il movimento “A viso scoperto”, per una legge contro il burqa in Italia.
Il Comune della città emiliana, attraverso l’ordinanza fortemente voluta dall’Assessore Severi, ora al vaglio del Prefetto, ha già riconosciuto l’illegalità del burqa, perché non è previsto in alcun modo dal Corano, lede la dignità della donna ed è un segno tangibile del rifiuto all’integrazione.
Il Sindaco Caselli, nel suo intervento, ha detto: “Parte da Sassuolo  una iniziativa, che, speriamo trovi la condivisione di tutte le forze politiche, della società civile e degli italiani, con l’auspicio che la legge per l’abolizione del burqa trovi finalmente una approvazione da parte del Parlamento”.
“Credo fermamente –ha aggiunto l’assessore Severi- che il burqa debba essere vietato perché non è un indumento islamico, non è previsto in alcun modo dal Corano, ed è una prigione di stoffa per la donna. Una vera gabbia che costringe chi lo indossa ad una sudditanza psicologica e ad una mancanza di integrazione e convivenza con la cultura che deriva dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo” . Nel dare la propria adesione al movimento “A viso scoperto”, l’assessore alle pari opportunità di Sassuolo ha anche detto che: “Chi obbliga le donne all’uso del burqa chiude le porte al dialogo e rifiuta a prescindere la cultura occidentale e i valori in essa contenuti, dei quali andare fieri e da difendere senza se e senza ma”.
Nel corso della cerimonia delle Chiavi della Città a Nello Rega, hanno dato l’adesione, attraverso messaggi e video messaggi, il vice presidente vicario dell’Europarlamento, Gianni Pittella, la vice presidente del Parlamento Ue, Roberta Angelilli, l’onorevole Isabella Bertolini (redattrice della legge per l’abolizione del burqa in Italia), vice presidente del gruppo parlamentare PdL, il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, il presidente e il segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi, sindaci del Pd e del PdL, il governatore della Basilicata, Vito De Filippo, l’onorevole Renato Farina, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Basilicata, Mimmo Sammartino, il Sindaco di Potenza, Vito Santarsiero.
Nel corso della manifestazione sono intervenute telefonicamente l’avvocato Loredana Gemelli, che segue i casi di Hina e Saanà (uccise dai propri familiari, perché volevano vivere “all’occidentale”) e l’On Souad Sbai, presidente dell’associazione Donne Marocchine in Italia e relatrice della legge anti burqa.

Il Movimento “A viso scoperto” è partito simbolicamente dalla città di Sassuolo per testimoniare l’attività in prima linea dell’Amministrazione, che dal suo insediamento si è spesa senza risparmiare energie per promuovere l’integrazione con la comunità islamica presente nel territorio del distretto della ceramica.
“A viso scoperto”, che ha raccolto l’adesione della società civile in decine di città italiane, proseguirà il suo viaggio per raccogliere il sostegno per la legge contro il burqa in Italia.

SASSUOLO, 02/04/2011

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