mar 03

Perversioni Made in Iran

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Curiosità o notizia, che dir si voglia, rilevata ieri tra le notizie dal mondo: la polizia religiosa iraniana ha arrestato una decina di coppie. L’accusa: esse erano dedite, spesso e volentieri, allo scambismo e al sesso di gruppo. Secondo il giornale conservatore Jomhuri Eslami le orge venivano organizzate attraverso un sito web messo su per l’occasione, dal nome -per nulla equivoco- “Islam moltiplicato”. Le coppie dedite all’immorale attività erano fatte di laureati e funzionari pubblici, alcuni con figli, come accade -secondo sondaggi- anche per la vecchia e perversa Europa (anche se da noi sono in aumento le giovani coppie dedite allo scambio).  Ma la polizia religiosa, stavolta,  non gli ha perdonato le pratiche sessuali alla presenza di altri e spesso con più partners: non siamo mica in Svezia.

feb 21

Una drammatica rilettura di Thelma e Louise

KABUL – Due donne afghane, sposate contro la loro volontà nella provincia occidentale di Ghor e fuggite dai rispettivi mariti un mese fa, sono state arrestate dalla polizia e riconsegnate alle famiglie. Obbedendo al decreto emanato da un’autorità religiosa locale, i familiari le hanno fatte frustare in pubblico. Lo scrive l’agenzia di stampa Pajhwok. La fustigazione è stata condannata come “atto immorale e fuorilegge” da responsabili locali ed esponenti di organizzazioni di difesa dei diritti umani da tutto il mondo. Le donne, originarie del distretto di Dolina, erano fuggite nella vicina provincia di Herat dove, ha detto il portavoce del governatore di Ghor, Abdul Hai Khatibi, sono state trovate dagli agenti, nonostante fossero vestite da uomini, e riportate a casa. Si erano travestite per sopravvivere alla fuga, e per un mese hanno vissuto di elemosina nella speranza di una svolta definitiva e positiva. Khatibi ha detto che “la punizione stabilita da un ulema di 45 frustate in pubblico, è stata avallata dai capi talebani e dai responsabili della comunità religiosa della zona“. Il vicecapo della polizia di Dolina, Jiahan Shah, ha detto che le donne erano fuggite da casa perché stanche di essere sottoposte a violenze e percosse, e che la fustigazione è stata realizzata con l’approvazione di Fazl Ahad, un ex comandante attivo contro l’invasione sovietica.

feb 01

BANGLADESH: STUPRATA, RICEVE 101 FRUSTRATE

Otto mesi dopo lo stupro, una sedicenne di un villaggio in Bangladesh, ha ricevuto 101 frustate come “punizione” perché rimasta incinta durante la violenza. Allo stupratore invece non e’ stato torto neanche un capello. La “consulta” degli anziani del villaggio ha invece condannato il padre della ragazza a una multa, minacciandolo che sarà cacciato insieme alla famiglia se non pagherà. Le scudisciate sono state inferte alla giovane subito dopo la sentenza, il 17 gennaio.

Nell’aprile dell’anno scorso, nel distretto di Brahmanbaria, una ragazza venne violentata mentre andava a scuola: lo stupratore era da un ragazzo di un villaggio vicino, che la molestava da tempo. Sopraffatta dalla vergogna, la giovane non lo denunciò. Nel frattempo la famiglia di lei decisa di farla sposare, ma dopo un mese dalle nozze i test rivelarono che la ragazza era incinta al settimo mese. Ripudiata e dopo l’aborto, la giovane é tornata a vivere con la famiglia d’origine. Ma un gruppo di influenti anziani locali ha deciso che doveva essere punita. Il “processo” é avvenuto nel giardino di casa della vittima. Secondo il Daily Star, il quotidiano locale che ha raccontato l’inumana vicenda, al culmine del supplizio la ragazzina é svenuta e rimasta priva di sensi per due ore

gen 20

Fomentare la morte

Immagini che il comune senso della pace si rifiuta di accettare. Testimonianza di come le diversità religione possano facilmente diventare uno strumento di controllo e manipolazione del malcontento, delle ingiustizie, del divario economico e culturale tra mondi.  L’odio dei pochi -le èlites economiche e politiche- diviene l’odio di tutti gli altri . La constatazione della necessità di affermare e difendere – insistentemente- i diritti, la laicità, il pluralismo d’opinione, l’educazione delle coscienze come coscienze libere e libertarie. Tutto ciò non può avvenire nelle teocrazie, nei regimi anti-libertari, nell’oscurantismo della fede cieca.

Tutti gli spiriti che servono il male sono schiavi.” P.B.Shelley

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Contro il fanatismo globalizzato, “Esportiamo Diritti!

gen 05

Poligamia al femminile

La battaglia per i diritti delle donne nel mondo arabo passa anche attraverso il paradosso. In Arabia Saudita la giornalista e scrittrice Nadin al Badir, qualche settimana fa ha scritto un articolo nel quale proponeva la poligamia anche per le donne. Citata in giudizio dai conservatori, Nadin si chiede “perché nel mondo musulmano le donne non possono avere più di un compagno per la vita?”. Il suo intervento, apparso sul giornale egiziano al-Masri al-Youm, ipotizza un nucleo familiare con la donna come figura centrale, e quattro mariti di contorno. Abdallah Bin Sulaiman al-Muni, membro della commissione dei Grandi Ulema, ha definito la giornalista “deviata e sobillatrice”, paragonandola ad una figura negativa nell’islam, lo zio del profeta Maometto Abu Lahab. Dall’Università al Azhar, si è levato il grido del docente di giurisprudenza religiosa comparata Abdul Fattah Idris, secondo il quale la poligamia maschile è anche una soluzione di utilità, poiché il matrimonio plurimo dell’uomo offre maggiori possibilità alle zitelle e alle divorziate. Quindi, è una misura a favore delle donne, si potrebbe concludere. Peccato che anche in questo caso, come per tutti gli altri, le uniche a non essere state interpellate su tale opportunità siano proprio le donne.  La tv egiziana, intanto, prepara un serial, già pluridenunciato, su una donna con quattro mariti, in cerca del quinto. Che qualcosa si stia muovendo nell’opinione pubblica araba, con l’arma dell’ironia e della provocazione?