ott 19

Ragnatele nell’ombra

ragna

Paziente
e attento
il ragno ricama
invisibili trine
Poi la rugiada
orna l’etereo merletto
con gocce di perle iridescenti
Cangianti meraviglie
e ingannevoli speranze
attirano
occhi stupiti e affascinati…
Svaniscono al tocco
le illusorie gemme
imprigionando vite
a volte inaspettate
Nella vischiosa ragnatela,
prede della stessa specie
il ragno ha catturato
Non le divora:
le addestra
a costruire altre ragnatele
invisibili
in angoli nascosti
in attesa che…
“la perla nera distrugga quella bianca”

E’ così
che da millenni
in natura si ripete
il ciclo della vita e della morte
L’ombra
nel buio si nasconde
minacciando
la luce della Libertà

ott 14

Diversi e divisi

flower

L’amore
nasce spontaneo,
come una stella alpina
un fiordaliso
una ninfea
un giglio del deserto,
germina dove decide lui
Solo acqua, terra e sole
bastano a farlo germogliare
senza confini
dall’uomo stabiliti

Libero
unico fiore eterno
profumo emana
di universalità
Miracolo senza tempo
il seme del giardino del Re
si serve, per arrivare a noi,
di strade impervie e sconosciute

Diversi e Uniti
da quella luce che splende dentro gli occhi
Diversi e Uniti
da quella intesa che aleggia nel sorriso

Diversi e Divisi
con le radici dall’anima strappate

Diversi e Divisi
imbavagliando il cuore per non sentirne le ragioni

Cade in frantumi un sogno
svanisce senza preavviso
tra ragnatele di domande
che esigono risposta

L’amore
non ha colore
razza
religione
L’amore è solo amore
Continua a germogliare
in questo libro che ti dedico
raccogliendo con le mani
granelli di sabbia
per nuove dune di speranza
per costruire, insieme ad altre mani,
nuovi orizzonti di Pace e fratellanza
affinché
mai più
nessun amore
sia diviso dalla Diversità

Lucia Santoro

ott 07

Velo o non velo?

Arresto immediato, una multa di 2000 euro e fino a 2 anni di reclusione. La proposta della Lega parla chiaro sulla legge del 1975 che proibisce di indossare in luogo pubblico il casco o qualsiasi altro mezzo che nasconda il viso. In più, si chiede di eliminare la postilla che giustifica l’uso di tali indumenti in occasioni particolari e per un motivo specificato. Una provocazione, una presa di posizione contro la prepotenza di certi atteggiamenti, o un incentivo al rispetto della legge italiana? Per molte donne significherebbe reclusione in casa e impossibilità di vita sociale, replica il Pd. Vero è che Muhammad Abduh,  grande istituzione religiosa del mondo sunnita, anni or sono definì il burqa estraneo all’Islam, ovvero non vi sarebbero disposizioni coraniche che impongano tale pratica. E proprio in Egitto, Mohammed Said Tantawi -Imam dell’Università Al Azahr- ha vietato il Niqab in una scuola religiosa. Platealmente, chiaramente. Sotto una pioggia di critiche, minacce, querele da parte di altri esponenti del mondo islamico.
La proposta della Lega Nord va forse vista come incentivo ad un Islam moderato? La Lega afferma di voler applicare la legge esistente senza favoritismi, anche per chi si sottrae al decreto, invocando l’appartenenza ad una confessione religiosa. Aperto per ora il dibattito per maggioranza e opposizione.
Importante è ricordare che solo portando in luce le forme moderate e illuminate di un culto si possono mettere in ombra, si spera in minoranza, estremismi e fanatismi.

set 30

L’inviato sotto protezione

Titola forte questa mattina il Corriere della Sera. In prima pagina, anche nella versione on line del quotidiano di via Solferino. Aldo Cazzullo intervista Nello Rega sui difficili mesi della sua vita, quelli di convivenza con le minacce ed il terrorismo di matrice islamica. Mesi in cui le intimidazioni hanno accompagnato i suoi spostamenti, minando la tranquillità dei tragitti più brevi e delle abitudini più banali. Non è accettabile, non in un paese dove ancora oggi si indicono manifestazioni e si consumano dibattiti su e per la libertà di stampa e di espressione. “Diversi e Divisi” continua, senza condizionamenti, anche grazie all’attenzione e all’appoggio dei media e dell’opinione pubblica. In attesa che arrivi anche lo Stato.

Leggi l’intero articolo su Corriere della Sera.it

set 26

La libertà di uno è la libertà di tutti

A poche ore dalla conferenza stampa di giovedì 24, fino ad oggi, innumerevoli le manifestazioni di solidarietà espresse a Nello Rega, reo confesso di libertà di espressione. L’aver denunciato le minacce e le intimidazioni subite e reiterate ha generato una “scorta mediatica” che ha coinvolto il mondo del giornalismo così come quello della politica e delle istituzioni locali. Primo fra tutti, l’esecutivo di Usigrai (unione sindacale giornalisti rai): “L’Usigrai fa appello perché nessuno sottovaluti la vicenda raccontata dal collega Nello Rega, apprezzato professionista e componente della commissione sindacale dei giornalisti del servizio pubblico. Le minacce gravi e insistite di cui è stato fatto oggetto preoccupano non poco tutti noi. L’auspicio è che le forze dell’ordine sappiano proteggerlo, che la magistratura indaghi con solerzia e tempestività, che i colleghi dell’informazione vogliano creare per lui la cosiddetta scorta mediatica. Noi gli esprimiamo solidarietà e faremo tutto il possibile perché sia raggiunto l’obiettivo di garantire al massimo la sua incolumità”. “Nello Rega e’ un giornalista della redazione esteri di Televideo Rai. Ha compiuto vari viaggi di lavoro all’estero, alcuni dei quali in Medio Oriente; una convivenza familiare lo ha portato a contatto con la cultura islamica e con ambienti vicini all’estremismo sciita e ha deciso di raccontare questa esperienza in un libro non ancora arrivato nelle librerie. Nelle ultime settimane ha ricevuto ripetutamente minacce di morte. Gli sono stati recapitati dei proiettili con lettere anonime in cui si fa riferimento a Hezbollah” dichiara Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno per l’informazione. “Si tratta di un episodio molto grave. Sollecitiamo le autorità di polizia a garantire pienamente la sua sicurezza personale e chiarire con opportuni accertamenti tutte le circostanze per scoprire i responsabili. Le minacce di morte sono intollerabili per chiunque. Sono un fatto ancor più grave, per gli evidenti risvolti sociali, quando sono rivolte a un giornalista, cioè a un rappresentante della pubblica opinione, a un testimone dei fatti in nome collettivo. Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti sui cronisti sotto scorta e sulle notizie oscurate, esprime pertanto piena solidarietà e chiede che sia garantita la sua incolumità personale e la sua piena libertà di espressione”. Oreste Lopomo, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Basilicata, ha espresso preoccupazione per l’accaduto e solidarietà per il proseguimento del progetto “Diversi e Divisi”, così come Articolo 21 e Cgil Basilicata. Ferma condanna verso un atto vile e antilibertario da parte di Assostampa Basilicata, l’Associazione stampa Roma, ed i colleghi di Televideo Rai che più da vicino hanno vissuto l’assurdo iter delle intimidazioni ed il timore per l’incolumità del giornalista.

Il mondo della politica si è unita al coro di indignazione e vicinanza a Nello Rega, in primis nella persona del sindaco di Potenza Vito Santarsiero: “L’Islam merita il massimo rispetto, ma la possibilità di criticarlo è un pilastro della nostra democrazia, anzi della democrazia tout court. Si chiama libertà. Dobbiamo salvaguardare sempre ed in ogni modo la libertà di espressione”. Dura la reazione della deputata Pdl  Souad Sbai, che ha dichiara tolleranza zero verso questa forma di oscurantismo culturale e ha aggiunto che “questo episodio ci sprona ancora di più a portare avanti la nostra battaglia di libertà, assieme alla comunità musulmana moderata. Non ci faremo piegare, ne’ ci fermeremo di fronte a queste esternazioni di odio e di intolleranza. Dobbiamo prendere esempio dai centri islamici del nostro Meridione dove viene diffuso un modello di convivenza e di integrazione nel rispetto della Costituzione italiana.”

set 25

Proiettili tra le righe

Proiettili tra le righe. Un susseguirsi di minacce a firma Hezbollah, con lettere lasciate sull’auto e nella cassetta della posta. Gli ultimi “bossoli” insieme con la copertina di “Diversi e divisi” stampata da Internet nella notte tra martedì e mercoledì a Potenza, proprio nella sua città. Il destinatario è il giornalista e scrittore lucano Nello Rega. La sua unica colpa è di aver voluto raccontare la difficile convivenza tra cristiani e islamici, di mettere in romanzo la storia d’amore con una donna sciita. Tutto è cominciato con la diffusione in rete della notizia. Il mondo dell’informazione e non solo si è stretto attorno al giornalista. Tanti gli attestati di solidarietà. Già nati anche alcuni comitati di cittadini.

Giovedì 24 settembre, a Potenza, la presentazione alla stampa di “Diversi e divisi – Diario di una convivenza con l’Islam”. Domenica 27 l’anteprima nazionale per tutti al teatro F. Stabile, organizzata dal Panathlon Club di Potenza e dal presidente Mimmo Addamiano, con il sostegno del governatore dell’8° Distretto Panathlon International, professor Nicola Cerverizzo.

Il libro si inserisce nel più  ampio progetto LibanItaly della Togheter Onlus attivo attraverso collaborazioni con ospedali, strutture sanitarie di base e associazioni sociali e religiose. LibanItaly è un gemellaggio tra culture diverse, religioni differenti unite da un cuore che batte all’unisono. E’ attivo dal 2003, tanti e tangibili i risultati raggiunti. Si è partito dallo sport. Nell’occasione proprio il Panathlon Club di Potenza si è attivato per promuovere e sostenere una raccolta fondi da destinare al progetto umanitario. Così come è destinata alla solidarietà una parte dei proventi ricavati dalla vendita del libro.

“Diversi e divisi” è anche un’iniziativa editoriale a più voci con attori della società civile impegnati nella divulgazione della bellezza e del piacere: dal trio potentino di cabaret La RicottaScoprire la Basilicata by Fantastico Mondo, dall’agenzia di comunicazioneIabadabadu, al fotografo Davide Becce. Ma è anche un libro da sfogliare e ammirare grazie ai disegni di Raffaele Gerardi. L’artista marchigiano con le sue pennellate racconta la storia per immagini.

Non mi lascerò intimidire. Continuerò nel mio lavoro, a credere nelle mie idee, forte della solidarietà di chi mi circonda e delle istituzioni. Sono stato indeciso fino all’ultimo se fosse il caso di scrivere il libro. Ma poi ho capito che con i terroristi non bisogna scendere a compromessi”. Rega è preoccupato, ma dai proiettili trae la forza per continuare nel “tour” di promozione del libro. Previste a ottobre anche altre date in Basilicata.

“Diversi e divisi” è un’esperienza diretta senza falsi moralismi o detti comuni. E’ un libro laico, privo di pregiudizi e con tematiche forti. Il giornalista si mette in gioco, rischia in prima persona. E’ soprattutto un uomo che non ha paura, né cede alle intimidazioni. Rega invita il lettore a “sfogliare” le righe di una storia che altro non è la vita stessa. Amira è la figura femminile del racconto. Centrale nella sua tenerezza e follia. Delicata e crudele al contempo è l’evoluzione o forse l’involuzione di questa donna bellissima che da sogno evanescente diventa man mano una realtà distante e inavvicinabile. Il tempo, però, non annulla la profondità di un sentimento, ma la fissa in un ricordo doloroso e indelebile.

set 21

La legge oltre le mura domestiche

Un’altra storia di islam intransigente si intreccia con le libertà personali e insanguina le nostre cronache. Solo nel 2006 la ventenne Hina Saleem fu uccisa dal padre e sotterrata in giardino, con la complicità dei parenti, perché “non era una buona musulmana”. Di qualche giorno fa invece la notizia dell’uccisione di Sanaaa Dafani, diciottenne di origini marocchine, nata e cresciuta nel nostro Paese. Aveva una relazione con un ragazzo più grande di lei, per giunta italiano e cattolico. Il Corano vieta espressamente unioni tra donne musulmane e uomini di altre religioni, inoltre la coppia aveva deciso di convivere di lì a pochi mesi. Il padre non approvava la condotta della ragazza, e dopo svariate minacce, è passato ai fatti. Ha accoltellato a morte lei alla gola, e ferito lui che cercava di difenderla. Di lì a poco è arrivata anche la confessione del delitto da parte del padre, El Ketawi Dafani, 45 anni, aiuto cuoco in un ristorante di Pordenone, in Italia oramai da anni. La domanda che ci si pone davanti a fatti come questi è la seguente: è accettabile che la religione sia più forte delle leggi del proprio Paese adottivo? Seguirne i principi, al punto da cancellarne altri più primitivi, umani e nobili, è fede cieca o follia lucida?  Sembra addirittura ovvio che non si possa chiedere ad una giovane donna di stare all’interno di una società ma, allo stesso tempo, di viverne al di fuori. Segregarsi in una meta-patria ideologica, a metà tra il Marocco e l’Italia. Non è realizzabile la fantasia di creare un micro-stato islamico all’interno di una famiglia o di una comunità nel quale vige una diversa legislazione condivisa e parallela a quella ufficiale. L’islam è legato ad una forma arcaica di diritto familiare che in Italia è stata abolita negli anni settanta, e non è accettabile che riviva in episodi del genere. In primo luogo, la pari dignità tra i coniugi è legge;  mentre nel Corano è chiaramente indicata la superiorità morale e giuridica del capofamiglia rispetto agli altri membri del nucleo familiare, in particolare le donne. Ciò implica il diritto di vita e di morte su mogli e figlie, riesumando l’ormai dimenticato e primitivo delitto d’onore. Ad esempio in Iran un delitto d’onore viene punito con la detenzione dai 3 ai 6 anni, mentre un omicidio prevede come pena l’impiccagione. Ma siamo in Italia, non dimentichiamolo mai, nel bene e nel male. Si è lottato per anni per abolire queste forme barbariche di pensiero ed azione, e ancora si lotta, costantemente. Il mondo musulmano dovrebbe prendere posizioni ben precise sul rispetto delle leggi italiane – in particolare, qui, del diritto di famiglia-, senza esitazioni, senza silenzi o complicità. Conservare se stessi a patto di rispettare le leggi, completamente.

set 10

Il libro Diversi e divisi.

copertina

“È vero che non sei responsabile di quello che sei, ma sei responsabile di quello che fai di ciò che sei.”

Jean Paul Sartre

Diversi e divisi. Divisi perché diversi.
Tutto questo è il racconto di un’esperienza ravvicinata con la religione islamica. Un’esperienza fatta di viaggi, persone, tentativi, amore, ricerca di autenticità. Un cammino che inizia nel Libano alla fine dell’occupazione siriana ed arriva fino alla Roma cattolica, alle sue donne senza velo, all’integrazione possibile. Un cammino che a tentoni procede tra le mine vaganti del non-pensiero, delle regole da seguire necessariamente, e tra di esse cerca di districarsi. Per capire a che punto si può essere fedeli fino all’obbedienza, quale sottile confine può separare la libertà dalla scelta nel credo delle religioni. Giorno dopo giorno, nelle abitudini che più ci toccano nel quotidiano, quanto ampio è il margine concesso all’individuo? Quanto può incidere nelle scelte personali il senso di appartenenza, specie se non sottoposto al libero arbitrio? Un uomo e una donna sono prima di tutto individui o soprattutto i rappresentanti di un gruppo di provenienza (religioso, politico, o sociale che sia)? La risposta è arrivata col tempo.

Diversi e divisi. Diversi, perciò divisi.
Non un auspicio, ma un punto di partenza. Per il dialogo, la comprensione; un’ammissione di umiltà e dedizione alla causa. Un esercizio della ragione contrapposto alla paura cieca,
all’ignoranza, agli imperativi categorici. Capire cosa siamo e perché. Un viaggio che inizia a Naqoura, nel cuore del Medio oriente, e attraversa l’universo dell’altro, dell’altra metà del Mediterraneo. Un viaggio che va avanti nonostante tutto, attraverso il progetto LibanItaly di sostegno alle comunità libanesi, per favorire la ricostruzione materiale e spirituale dopo gli anni di occupazione straniera e di guerra civile. Non è necessario essere eguali per essere solidali.

“Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, l’imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un’insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno”

Mahatma Gandhi